La Sociologia, in quanto scienza che si occupa della complessità sociale della vita umana, si colloca come disciplina eclettica e multidimensionale all’interno del mondo sanitario.
Anche nel mondo sanitario il sociologo ricopre una figura importante, in quanto la “sociologia della salute” studia come la complessità sociale della vita umana influisce sulla salute e il benessere individuale e collettivo.
A Talcott Parsons attribuiamo la paternità di quella branca della sociologia che nell’arco degli ultimi sessant’anni si è occupata di salute/malattia e sistema sanitario con i vari sub-sistemi, riconosciuta inizialmente come Sociologia della/nella Medicina (Medical Sociology) mentre oggi si identifica nella dimensione olistica di Sociologia della Salute.
Parsons parte dell’assunto che
OGNI FENOMENO SOCIALE È IL PRODOTTO DI UN SISTEMA DI RELAZIONI E DI AZIONI SOCIALI OVE IL SISTEMA SOCIALE È NIENTE MENO CHE IL CONTESTO IN CUI GLI UOMINI AGISCONO. IL SISTEMA SOCIALE È COSTITUITO DA PARTI CONNESSE TRA LORO, SUDDIVISIBILI IN MACRO E MICRO DIMENSIONI, INTERNE ED ESTERNE AL SUBSISTEMA DI RIFERIMENTO. DALLA INTERCONNESSIONI DELLE VARIABILI DI UN SUBSISTEMA (O DEL SISTEMA STESSO) SI POSSONO GENERARE EFFETTI STRUTTURALI CHE POSSONO ESSERE “FUNZIONALI” O NORMALI” E EFFETTI COSIDDETTI “DEVIANTI”.
Secondo Achille Ardigò, il sistema sanitario al centro di un quadrilatero ai cui angoli vi sono quattro concetti base:
- Natura esterna: ambiente in cui si generano agenti patogeni ed i relativi percorsi di prevenzione/cura/riabilitazione;
- Sistema sociale: il teatro in cui i soggetti interagiscono attraverso rapporti interpersonali, costituendo gruppi sociali semplici (famiglia) e complessi (stato);
- Soggetto: individuo immerso nei propri mondi vitali, ossia il soggetto inteso come Ego e come Self;
- Natura interna: dimensione bio-psichica del soggetto,
L’interconnessione tra queste 4 dimensioni crea altre 4 connessioni ove è possibile individuare tutte gli aspetti del sistema sanitario sia di tipo microscopico (relazione medico-paziente) sia di tipo macroscopico (politica ed economia sanitaria, interventi medico-scientifici su larga scala) e mesoscopiche (organizzazioni sanitarie locali).
4 connessioni
Le 4 connessioni prodotte dall’intersecazione tra le 4 dimensioni ed il sistema sanitario sono identificate in:
- ecologicadel sistema sanitario, relativa alle risorse che l’ambiente mette a disposizione e al loro utilizzo mediante la divisione sociale del lavoro sanitario in relazione alle forme di differenziazione sociale.
- strutturale, relativa ai rapporti fra tale sottosistema e gli altri sottosistemi sociali come quello politico, economico e culturale.
- fenomenologica, relativa all’integrazione dell’esperienza vissuta della salute/malattia da parte del soggetto cosciente nell’ambito istituzionale.
- bio-psichica, relativa alla valutazione dei suoi effetti sulla salute dei soggetti in quanto persone dotate di corpo/cervello.
“LA SOCIOLOGIA DELLA SALUTE ANALIZZA I MODI ATTRAVERSO CUI, IN UN DETERMINATO TEMPO E AMBIENTE SOCIALE, SI DEFINISCE LA SALUTE, SI PROMUOVE IL BENESSERE SOCIALE, SI FRONTEGGIANO LE MALATTIE, LE DISABILITÀ E IL MALESSERE. INCLUDE L’ANALISI DELLA MEDICINA, DEL SISTEMA SANITARIO, DELLE PRATICHE TERAPEUTICHE, DELLE SITUAZIONI DI MALATTIA, DISAGIO E MALESSERE, DEI COMPORTAMENTI SOCIALI, DELLE CREDENZE E RAPPRESENTAZIONI SOCIALI, DELLE PRATICHE DI CURA, DEI FATTORI INCIDENTI SUL BENESSERE SOCIALE INDIVIDUALE E COLLETTIVO, DEI MODI IN CUI VIENE PROMOSSA LA QUALITÀ DELLA VITA, DELLE POLITICHE SANITARIE E DEL BENESSERE.” (MANIFESTO COSTITUTIVO DELLA SEZIONE AIS- SALUTE).
Perché è necessaria la figura del sociologo della salute?
La figura del sociologo è prevista negli organici delle organizzazioni sanitarie da circa quarant’anni, ossia a partire dalla legge n. 833/1978, e promulgata negli anni in cui in Italia viveva e maturava il dibattito sociologico con Ardigò. Da tale dibattito è scaturita anche una definizione del ruolo del sociologo, attualmente impegnato in molte aree, spesso in posizioni dirigenziali. Alcuni degli ambiti di applicazione sono: la ricerca sociale, il sistema informativo, l’educazione e la comunicazione sanitaria, la formazione, la programmazione e l’integrazione nelle politiche socio sanitarie. Il sociologo è scienziato sociale, in quanto svolge attività di ricerca e di sperimentazione, di pianificazione, di programmazione e di progettazione, di organizzazione e di valutazione, e in quanto si dedica alla formazione didattica, alla consulenza, certificazione, informazione e comunicazione infra organizzativa ed eterorganizzativa.
Gli ambiti in cui la sociologia può offrire il suo contributo sono tanti, tra cui senz’altro la salute. La salute e la malattia, infatti, non riguardano solo il singolo malato, o il singolo organo, ma sono eventi fortemente correlati e condizionati dall’ambiente, dalle relazioni sociali e dalla compartecipazione attiva dei diversi attori della comunità. Si tratta dunque di un fatto sociale e implica quindi l’attuazione di interventi e servizi intesi come raccordo fra cittadini e istituzioni di servizio capaci di rispondere ai bisogni umani e che operino in rete attraverso la costituzione di servizi multi professionali e interconnessi.
Nella legge n°3 del 2018 all’art. 5 è istituita l’area delle professioni socio-sanitarie; al paragrafo 5 si legge “sono compresi nell’area professionale di cui al presente articolo i preesistenti profili professionali di operatore socio-sanitario, assistente sociale, sociologo ed educatore professionale”. Il sociologo in ambito socio-sanitario può avere una funzione innovativa, sia come attore sia come sensore dell’evoluzione del rapporto tra società, salute e sistema sanitario; si pone come una risorsa strategica per la governace della salute e può svolgere funzioni di coordinamento delle relazioni sociali, orientate sia all’integrazione socio-sanitaria, sia al miglioramento dei processi, nell’ambito della gestione dei diversi sistemi a rete del welfare, dei servizi socio-sanitari e dei servizi sociali.
Le competenze trasversali del sociologo gli consentono di intervenire in più settori, tra cui: CLINICO: il rapporto tra professionisti e pazienti è un importante argomento sociologico in quanto la relazione è alla base di questo rapporto; la comprensione dei comportamenti e degli atteggiamenti che l’individuo pone in essere all’interno dei contesti quando interagisce con altri soggetti sociali è fondamentale per capire le dinamiche in atto e formulare dunque strategie di miglioramento del processo, non nei contenuti (materia specifica del professionista di cura) ma nel processo e nelle modalità (competenze trasversali dello scienziato sociale).
EDUCATIVO, CULTURALE, AMBIENTALE: prevenzione e promozione della salute sono un’azione sinergica che vede coinvolta la comunità nella sua globalità, dalle istituzioni all’ambiente, al volontariato e all’associazionismo.
Educare alla salute è insegnare ad apprendere quelle regole necessarie a preservare al meglio lo stato di salute, prevendendo tutte quelle situazioni che lo potrebbero alterare; quindi stili di vita fatti di corretta alimentazione, attività fisica, sane relazioni sociali; ma anche evitare l’automedicazione e i continui accertamenti diagnostici superflui ma costosi.
Per capire in quali ambiti e in che modo sia prioritario intervenire è necessario mantenere un’attenzione continua a mirata attraverso indagini sociali di raccolta di informazioni su atteggiamenti e bisogni della popolazione e definire progetti educativi partecipati. Si dà spazio dunque ad un processo di coinvolgimento dei cittadini nella costruzione della “salute” come bene comune e nella sensibilizzazione verso chi è costretto a convivere con malattie congenite, disabilità, malattie invalidanti. Investire in promozione e prevenzione è redditizio per l’intera società. Aziende sanitarie, scuole, A.P.S.P. sono solo alcuni degli ambiti istituzionali di promozione della salute.
PROGETTUALE: per esempio progetti sperimentali su particolari settori della società (anziani, persone con demenze, disabili), valutazione dei livelli di assistenza effettivamente assicurati in rapporto a quelli previsti, etc. Il sociologo della salute può costituire dunque: un’OPPORTUNITA’:
- per il sociologo di trovare uno spazio peculiare di azione, esperto del settore non grazie ad una eccessiva specializzazione, ma mettendo a frutto proprio quelle conoscenze trasversali e interdisciplinari che caratterizzano la figura dello scienziato sociale. Dialogare con più microcosmi sociali nell’ampio spazio continuamente in evoluzione e mutamento per sua natura richiede competenze necessariamente elastiche e multi sfaccettate;
- dal punto di vista sociale opportunità di elaborare nuove narrazioni in grado di costruire una società più equilibrata, capace di ritrovare e riconoscere la sua connessione con l’ambiente, fondamentale per la riproduzione del sistema stesso. nelle relazioni;
- il sociologo della salute che dialoga con le altre figure professionali (medici, psicologi, amministratori) favorendo relazione e connessione tra loro, ponendosi come una sorta di traduttore simultaneo delle diverse istanze, con competenze di mediazione e spiccata capacità di problem solving data la sua visione più ampia delle problematiche sociali;
- il sociologo della salute si interessa del rapporto con il paziente e il cittadino, entrando nell’ambito dell’umanizzazione della cura e dei servizi, dando valore alla dimensione soggettiva e sociale della malattia (raccontare i sintomi legati al quotidiano, i suoi stili di vita, l’importanza delle relazioni sociali) per costruire diagnosi e trattamenti che tengano conto della soggettività e del protagonismo del paziente. Il concetto di empatia è sempre più studiato non solo dagli psicologi ma anche dai sociologi: mettersi nei panni dell’altro è un termine che assume in sé il significato di relazione per eccellenza;
- Il sociologo può curare la pratica clinica nei rapporti con il paziente supportando il personale sanitario a sviluppare la capacità introspettiva e la qualità di osservazione di sé e dell’altro;
- il sociologo si fa promotore del modello di sanità e di cura che vede e analizza la malattia e la salute come fatto relazionale e sociale. Le cause biologiche della malattia non interessano la sociologia, ma i processi sociali coinvolti.
In conclusione la figura del sociologo all’interno di una azienda sanitaria sarebbe utile e risolutivo per le varie discrepanze che spesso si creano